Un racconto a tema Halloween per i bambini o per chi abbia piacere di calarsi nel clima della notte più terrificante dell’anno. Che cosa farete stasera nelle vostre case? Leggerete storie spaventose, vedrete film horrorifici o vi travestirete? Noi di #alpassocoitempi vogliamo provare a calarvi nell’atmosfera di Halloween. Provate a leggere ad alta voce ai vostri bimbi imitando le voci dei vari personaggi.
Buon Halloween a tutti voi!
di Valeria Cudini e Mirella Vitalini
Lucia passa spesso per quella via un po’ appartata. Le piace molto per le sue casette di color rosato e per le ville un po’ antiquate dai giardini ben curati. Ha però notato che, al numero 43, il giardino al di là del cancello arrugginito è incolto e del tutto abbandonato: piante d’alloro sono cresciute altissime, mescolate a rami di alberi e a un’enorme palma che sovrasta un prato tutto erbacce. Un intreccio di arbusti e rampicanti quasi nasconde l’ingresso di una villa antica, dai muri scrostati e da finestre chiuse da chissà quanto tempo.
Un giorno, verso la fine di ottobre, alla bambina parso di intravvedere una fioca luce filtrare dalle imposte di una finestra. In più sente un forte rumore di imposte come sbattute dal vento. Eppure tutte le finestre della villa paiono essere sbarrate. Così decide di chiedere a una signora che sta spazzando il vialetto di un giardino se sa dirle se la casa è abitata. E la signora con espressione spaventata le dice: «Per quello che ne so la proprietaria della villa è quella vecchietta laggiù seduta tutta rannicchiata accanto al muro di cinta. Ma fai ben attenzione! Gira voce che quella donna anzianissima in realtà sia una strega!»
Lucia, più incuriosita che spaventata, si avvicina all’anziana. Rimane colpita non tanto dalle fitte rughe, dalle mani adunche e nodose, ma piuttosto dalla testa quasi calva. Le chiede subito se è lei che abita in quella casa.
«Cara bambina la casa è mia ma non ci abito più da trent’anni – e con aria compiaciuta proseguì – Vieni a vedere dove vivo adesso. È qui… Proprio dietro l’angolo».
Lucia viene condotta in quella che in realtà è una cantina che prende luce solo dalla porta. Dentro, una grande confusione di cianfrusaglie sparse qua e là, un vecchio tavolo, un lettuccio quasi sfatto, un grande armadio cadente e una stufa arrugginita. Su tutto aleggia un odore di stantio mescolato a un aroma intenso e indefinibile.
La bambina sente provenire dall’alto gli stessi rumori che da fuori la avevano incuriosita e spaventata e chiede alla vecchia da dove vengano.
«Cara bambina sono i topi che corrono sulle travi del soffitto».
«Ho visto anche una luce» dice Lucia.
«Impossibile… Sarà il riflesso di un lampione» aggiunge la vecchia.
Il giorno dopo, per la festa di Halloween, Lucia, insieme ai suoi amichetti, va in giro a chiedere “dolcetto o scherzetto”. Passando di fronte al numero 43 si ricorda della strana vecchia che abita nella cantina.
«Andate avanti – dice ai suoi amici – devo salutare una signora che abita qui dietro».
La bambina torna alla cantina ma la vecchia signora non c’è. Di fronte alla porta socchiusa c’è un gatto nero, che le fa le fusa. Lo accarezza e il gatto corre verso il vecchio armadio. Per seguirlo Lucia accende una candela che trova posata sopra un tavolo. Il gatto si infila in un vano seminascosto dall’armadio e Lucia gli va dietro per una rampa di scale semibuia che la conduce a un enorme salone pieno di mobili polverosi. Mentre si guarda intorno, ecco che risente provenire dal fondo della stanza dei gemiti soffocati, flebili suoni e inquietanti scricchiolii. Lucia, anche se spaventata, si avvicina piano all’origine di quei rumori.
Sollevando la candela si vede fissata da due figure luminose ed evanescenti che, con voci sottili, la chiamano per nome: «Lucia, Lucia…»
«Chi siete?» domanda la bimba sconvolta da quell’apparizione.
«Non aver paura, non vogliamo farti del male. Chi siamo? Non lo sappiamo bene neanche noi. Certo siamo diversi da te, ma tanti anni fa anche io e mia sorella Gaia siamo stati bambini. Eravamo venuti, morto nostro padre, a vivere proprio qui, in questa casa, con nostra madre e sua sorella Bianca. Eravamo felici, giocavamo in giardino, andavamo a pescare al canale. I giorni passavano e nostra madre si stava riprendendo dal lutto e, di nuovo bellissima, era molto corteggiata. Bianca, al contrario, era ignorata da tutti, perché acida, sgraziata e di brutto aspetto. L’unica sua bellezza erano i suoi lunghissimi capelli che le arrivavano alla vita, neri come l’ala di un corvo. I rapporti tra lei e mia madre non facevano che peggiorare perché Bianca era molto invidiosa di mamma. Un giorno io e Gaia giocavamo a nascondino nel corridoio tra le camere. La porta di zia Bianca era accostata. Spiando attraverso il pertugio vedemmo qualcosa di sconvolgente. La zia, di spalle, si stava togliendo i lunghi capelli lasciando scoperta una testa orribilmente calva. Gaia gridò, io scoppiai in una risata e ci precipitammo da mamma a raccontarle tutto.
La mattina dopo la zia non scese a colazione e mamma maliziosamente disse che c’era da immaginarselo. Il giorno passò come al solito, ma la sera Bianca ci disse, piagnucolando, che mamma era sparita e che stava andando a denunciare la sua scomparsa. Le ricerche proseguirono per giorni senza esito. Mamma non fu più ritrovata.
Dopo un paio di mesi la zia annunciò a tutti che, con dispiacere, si vedeva costretta a mandarci in un collegio in Svizzera e che avrebbe chiuso quella casa piena di brutti ricordi. Ma su quel treno per la Svizzera non siamo mai saliti.
La zia, invece, la vigilia di Halloween ci rinchiuse proprio qui, ci tappò la bocca perché non gridassimo e ci iniettò una potentissima dose di sonnifero. Da allora non sappiamo quale sia la nostra natura e ogni notte di Halloween, da trent’anni, ritorniamo in vita per ricordarci la nostra tragedia e supplicare che qualcuno ci liberi da questo limbo. Forse sei proprio tu che puoi salvarci».
Lucia, sconvolta dal tragico racconto e mossa a pietà, chiede ai due fratelli cosa possa fare per aiutarli. Ma loro rispondono che non lo sanno.
La luce del nuovo giorno filtra dalla finestrella. Lucia spalanca le imposte e la luce invade quella stanza rimasta al buio per così tanti anni.
Le due figure arretrano sussurrando un grazie appena percettibile e, finalmente liberate, si dissolvono nell’aria.
Ma ecco che si avverte un acuto miagolio. Lucia si volta e scorge il gatto che, con un enorme balzo, vola giù dalla finestra. Affacciandosi, però, vede a terra in una gigantesca pozza di sangue la vecchia della cantina.
Lucia scopre così che la vecchietta altri non era che Bianca, la malvagia zia delle due creature, una vera strega.
«Sveglia Lucia! Sei in ritardo! A scuola ti aspettano per la festa di Halloween», dice la mamma scuotendo la bambina.
Ma Lucia fatica a rendersi conto di essersi svegliata da un incubo. Ora potrà raccontare ai suoi amici di essere stata la protagonista di una di quelle storie spaventose che si narrano ad Halloween.