Nelle sale italiane solo domani 28 e poi il 29 e il 30 settembre il film evento speciale presentato alla 77esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia Via con me di Paolo Verdelli.
La voce narrante di Luca Zingaretti ci conduce in un viaggio alla riscoperta di uno dei più grandi autori della musica italiana: Paolo Conte. Distribuito da Nexo Digital, una produzione Sudovest Produzioni e Indigo Film con la collaborazione di Rai Cinema e il sostegno di Film Commission Regione Piemonte e Film Commission Regione Campania
di Valeria Cudini
Vedere il docu film Via con me di Paolo Verdelli è stato come ricevere un regalo di inestimabile valore. In un solo istante mi ha fatto ripiombare nella mia infanzia e ho sentito quella musica e quelle parole risuonare in me con il sapore di allora ma con la consapevolezza di adesso. E così da quella musica e quelle parole, la tenerezza mista alla malinconia mi hanno avvolto e tenuta stretta fino alla fine della proiezione – e anche oltre in realtà.
Oggi posso provare a capire Paolo Conte, cantautore amatissimo da mio papà che me lo ha fatto ascoltare sin da piccolissima e, come credo sia normale, a quel tempo non lo capivo proprio ed è il motivo per cui a tratti – confesso – lo ho anche odiato. Però lo cantavo, ricordavo praticamente a memoria tutte le parole delle sue canzoni più famose (o almeno quelle che si potevano ascoltare allora negli Anni 70-80), mi piacevano il ritmo e la melodia. Eppure sentivo che mi sfuggiva, che mi mancava qualcosa. Tranne, per esempio, brani più immediati – almeno a un primo livello di lettura – come Azzurro, che oltre a me chissà quanti altri milioni di bambini hanno cantato, o Messico e nuvole, Bartali perché anche se non capisci il testo il motivo è allegro, divertente e i bambini adorano cantare pezzi allegri.
Perché vi dico tutto questo invece che limitarmi a recensire questo film così tanto bello? Perché non posso farne a meno. Perché io nasco solo due anni prima del debutto musicale di Paolo Conte. Perché vedendo il film in anteprima mi è sembrato di avere mio papà seduto accanto a me e credo di aver sentito nel profondo quello che mio padre provava allora ascoltando Conte. Forse è la prima volta che ho davvero sistematizzato dentro di me tutta quella serie di parole e di frasi e gli ho dato un senso. Una sensazione bellissima, una grande commozione e allegria, un sentimento di pienezza e appagamento che non sentivo da tempo.
Un viaggio sulla Topolino amaranto alla (ri)scoperta di Paolo Conte
E di questo devo ringraziare lo sceneggiatore e regista Giorgio Verdelli che ha compiuto un lavoro magistrale costruendo una trama narrativa perfetta. La Topolino amaranto ci guida nell’ideale viaggio alla scoperta dell’universo Paolo Conte.
Anche il montaggio, affidato a Emiliano Portone e Matteo Bugliarello, svolge un ruolo fondamentale nella parte creativa del progetto perché dona un flusso continuo che segue e rappresenta al tempo stesso il senso narrativo film.
L’intervista, i grandi artisti e tutto l’amore che c’è in questo film
Nel film sono entrate parti sostanziose dell’intervista che Conte ha rilasciato al regista nel settembre del 2019 ad Asti – sua terra natale -, e ci sono parole, versi, musiche, brani cantati dallo stesso Conte o da Lauzi, Celentano, Caterina Caselli, Benigni; brani dei concerti, applausi, folla, amore.
Sì c’è tanto amore in questo film, c’è riconoscenza e ammirazione autentica per uno dei più grandi poeti del cantautorato italiano. Il gigante Conte, così schivo e rigoroso, si staglia sul palcoscenico, immenso nelle sue esibizioni e nella narrazione di fatti e aneddoti dei suoi amici cantanti, di uomini di spettacolo che gli sono debitori e che lo amano, di attori, di registi.
Uno Zingaretti “innamorato” del maestro Conte narra con commozione
Il filo narrativo di Via con me è affidato alla voce di Luca Zingaretti inquadrato più volte dietro le quinte di un concerto di Conte e poi stretto in un abbraccio con l’artista. Non ci sono scambi di battute, solo lo sguardo innamorato di Zingaretti che poi scioglie tutta l’emozione in quell’abbraccio.
In ordine di apparizione, per non voler far torto a nessuno, nel film compaiono e raccontano di Conte: Benigni, Capossela, Caterina Caselli, De Gregori, Stefano Bollani, Giorgio Conte, Pupi Avati, Luisa Ranieri, Luca Zingaretti, Renzo Arbore, Paolo Jannacci, Vincenzo Mollica, Isabella Rossellini, Guido Harari, Cristiano Godano, Giovanni Veronesi, Lorenzo Jovanotti, Jane Birkin, Patrice Leconte, Peppe Servillo.
Il mistero e il rebus avvolgono Conte e i suoi testi
Non ho certo la presunzione di aver capito Conte, è di certo impossibile: il mistero che lo avvolge è l’unica certezza che ha chi ascolta e ama Conte. O forse sarebbe meglio parlare – come Verdelli stesso ci suggerisce – di rebus.
Il “rebus Conte” è una definizione enigmistica che calza a pennello: Conte stesso ha dichiarato di costruire molte delle sue canzoni come un rebus.
Lui che nella lunghissima intervista al regista racconta proprio della sua passione per la Settimana Enigmistica, che lo tiene da anni in trepidante attesa ogni settimana e non per i cruciverba ma proprio per i rebus.
Conte in Via con me si racconta con la modestia e la pacatezza che solo i grandi artisti hanno, prova a darci alcune delucidazioni sulla sua musica, ma soprattutto dei suoi testi per i quali avrebbe piacere di essere ricordato. Gli piace – dichiara – che ogni suo testo abbia all’interno un doppio senso.
Un artista visionario post moderno e poetico
I suoi pezzi sono una sorta di cortometraggi di un artista visionario che ci conduce all’interno di una rappresentazione realistica dell’immaginario. Nella sua musica jazz e swing dialogano e si intrecciano, i testi mescolano con una straordinaria modernità – o forse sarebbe più preciso usare la definizione di post modernità – elementi concreti e oggetti del quotidiano a immagini poetiche altissime.
L’effetto che ne scaturisce è strabiliante, potente.
Paolo Conte ti porta via con sé nel suo altrove
Paolo Conte ti porta via, ti sospinge con una carezza continua nel suo altrove, ti delizia con la sua ironia, ti immalinconisce con l’eleganza struggente delle sue immagini fantastiche, cupe e solitarie. Ti porta in mondi vicinissimi al tuo sentire o, al contrario, in altri lontanissimi, immaginati eppure così ben disegnati da apparire reali.
L’eclettismo dell’artista Conte, cantautore, paroliere, polistrumentista, enigmista, ex avvocato, appassionato di cinema e pittore è la chiave che apre tutte le porte dell’ascolto.
Facciamoci precipitare dentro il suo mondo.
Andiamo al cinema a vedere Via con me.