“IL BACIO DI KLIMT”, il docu-film diretto da Ali Ray

Il film evento sull’opera più iconica di Klimt sarà al cinema solo il 30 e il 31 gennaio. Il documentario indaga l’essenza del quadro più famoso e misterioso di uno degli artisti più provocatori, rivoluzionari e geniali della Secessione.

Il docu-film è un prodotto originale ed esclusivo Nexo Digital e inaugura la nuova stagione de La Grande Arte al cinema con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

Il Bacio di Klimt è prodotto da Phil Grabsky con Exhibition on Screen

di Valeria Cudini

Arriva nelle sale cinematografiche, anche se solo per due giorni, e cioè il 30 e il 31 gennaio, il nuovo docu-film di Ali Ray, già regista di un film documentario su Frida Kahlo, Il Bacio di Klimt.

La particolarità di questo film sta nel suo intento d’indagare il motivo per cui un’opera pittorica come Il Bacio di Klimt continui ad attrarre nel tempo così tanti visitatori da differenti Paesi e in diversi periodi storici.

Gustav Klimt, The Kiss (loving couple), 1908-09 Belvedere 912-2022-2

Il dipinto risale al 1908 e, come ben sappiamo, ritrae una figura maschile, che cinge e bacia sulla guancia quella femminile. La giovane donna è ben visibile, con la testa reclinata da un lato quasi ad accogliere il gesto d’amore del giovane uomo che avvolge in un abbraccio. I due amanti paiono fondersi in un unico corpo, come colti da una passione avvolgente in cui le due anime si compenetrano. Un amore, quello a cui noi spettatori assistiamo, che ci appare carico di mistero. Forse è questa sensazione di ambiguità quella per cui chi vede il quadro ne rimane abbagliato e toccato nel profondo. L’uso abbondante dell’oro, tipico del periodo secessionista viennese, ricopre del tutto i protagonisti che, in quest’eleganza sublime, assurgono a icona dell’Eros. L’Amore pare avere una doppia faccia, ovvero è sia terreno ma, a osservare bene, per qualche verso, è anche mistico.

Credit EOS_Klimt_The Kiss

In base a quanto affermano gli studiosi dell’opera, i due amanti potrebbero quasi sicuramente essere Klimt stesso e la stilista Emilie Flöge, che ebbe una lunga relazione con il pittore. A supporto di questa ipotesi, alcune fotografie dell’epoca che ritraggono i due amanti con indosso delle tuniche come quelle che vediamo nei dipinti e che la stessa Flöge realizzò nel suo atelier.

Il film indaga i retroscena e gli effetti che questo particolarissimo quadro di forma quadrata (180×180 cm), dipinto dopo la folgorazione di Klimt per i mosaici bizantini al suo ritorno da Ravenna, nasconde.

EOS Klimt _ The Kiss, Kunsthistorisches Museum, Vienna

Il bacio è conservato al Belvedere di Vienna, museo che accoglie ogni anno 1 milione e mezzo di visitatori e, oltre a quest’opera, ospita la più grande collezione esistente di dipinti di Klimt: ventiquattro opere integrate da numerosi prestiti permanenti.

Credit EOS Klimt _ the Kiss, The Kiss, Belvedere Museum

Come spiega la regista Ali Ray: “Questa immagine dorata e scintillante di una coppia abbracciata rimane una delle più popolari di sempre. È citata nei film, è riportata su magliette, calendari e borse da viaggio. Tuttavia, quando un’opera come Il Bacio diventa così familiare, smettiamo di “vederla”. Ho voluto che questo film ponesse rimedio al problema. Come racconta uno degli intervistati: “Il Bacio poteva essere dipinto solo quando è stato dipinto, esattamente in quel luogo ed esattamente da quell’artista“. La Vienna di inizio secolo era una città gloriosa e affascinante, ma con un lato oscuro e intrigante: nel corso del film scopriremo che questo quadro dorato riecheggia proprio tutte queste contraddizioni”.

Post Author: Valeria Cudini

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