Oggi, come promesso, inauguriamo a pieno titolo la nostra rubrica sul calcio femminile. Felicissimi di cominciare dopo la notizia ufficiale degli scorsi giorni che dal 1° luglio 2022 il calcio femminile in Italia diventa professionistico.
Partiamo con il nostro bravissimo Alessandro Delfiore che per #alpasscoitempi ha intervistato Nicola Pettinaroli*, allenatore allieve di Minerva SSD, società tutta al femminile in Via Treviglio a Milano.
Lunga vita al calcio femminile italiano!
di Alessandro Delfiore
Nicola, come sta andando la stagione 2021-22?
Si tratta ancora di una stagione particolare, in quanto ancora molto influenzata dalla pandemia, sebbene non quanto gli anni precedenti: per esempio, il semplice ritrovo in spogliatoio fino a qualche mese fa era al limite dell’impossibile. Anche le feste, in cui siamo soliti organizzare allenamenti condivisi tra le categorie, sono state limitate. La cosa più positiva era vedere i volti sorridenti a ogni entrata in campo per allenamenti o partite, liberi dalle mascherine, tanto importanti per evitare il contagio quanto tristi.
Per quanto riguarda il lato prettamente sportivo, da quest’anno sono responsabile della categoria Giovanissime Under15 e sono fiero di poter osservare la crescita non solo della nostra stupenda realtà e delle ragazze, ma anche e soprattutto del movimento calcistico femminile in generale: tante nuove squadre a riempire i gironi e nuove categorie femminili (Under 12). Bellissimo anche poter osservare da vicino le giocatrici di domani, le bambine, che finalmente approcciano il calcio fin da piccole e possono cominciare il loro percorso molto presto.
È stato difficile riprendere dopo la pausa a causa del Covid 19?
Già la ripresa a fine della scorsa stagione era stata decisamente difficile quanto liberatoria. Gli allenamenti “a distanza di sicurezza” lasciavano un enorme vuoto, sia fisico sia emotivo. E chi ne ha risentito di più sono stati i ragazzi e le ragazze della nuova generazione, sia dal punto di vista psicologico e quindi anche relazionale, sia dal punto di vista sportivo.
Quindi quest’anno abbiamo dovuto recuperare e comprimere tutto ciò che si era perso l’anno scorso, molto lentamente e con alcune difficoltà a causa sempre dell’influenza della pandemia di cui si parlava prima. Per fortuna le ragazze sembra che abbiano reagito bene e vengono sempre in campo con la voglia di spaccare il mondo!
Come ti trovi nella società tutta al femminile Minerva?
Sono qui ormai da quattro anni, posso proprio dire che per me è una seconda casa e una seconda famiglia. Ho assistito a transizioni importanti in questi anni e sono fiero del percorso fatto da questa società. Mi viene da dire che si tratta di un continuo aiuto reciproco, perché come io posso imparare e crescere grazie alle persone che ho conosciuto e continuo a conoscere grazie al mio lavoro qui, così la società penso stia crescendo anche grazie all’apporto mio e di tutti coloro che si impegnano per portare avanti gli obiettivi e i valori condivisi.
Oltre a essere allenatore, sei anche educatore. Cosa ti piace di più dei due mestieri?
Naturalmente si parla della stessa figura: un allenatore è anche e soprattutto educatore, specialmente per le fasce di età più piccole, dove gli insegnamenti non possono riguardare solo la tecnica e la tattica. Questo approccio si applica anche alle fasce di età superiori, anche se in modo diverso: con le adolescenti, si può parlare comunque di educazione, condurre fuori, tirare fuori il meglio da una giocatrice, da una ragazza, ma nel senso che la palla deve cominciare piano piano a passare dalle mani (o meglio, dai piedi) dell’allenatore o del genitore alla ragazza, che comincia a essere più consapevole e quindi deve cominciare a prendersi delle responsabilità, sia nel gioco sia nella vita in generale. Quindi si diventa sempre di più guide, compagni di viaggio con più esperienza, che aiutano a crescere e scegliere la propria strada. Una continua sfida emozionante da entrambi i lati!
A volte vai anche a vedere l’Eccellenza… quale squadra ti ha impressionato quest’anno? Il Minerva può arrivare in alto a fine stagione?
Purtroppo quest’anno non ho potuto seguire molto la prima squadra in campionato perché molto impegnato con il campionato Under15 e in generale col settore giovanile. Però spesso vado a seguire gli allenamenti, conosco quasi tutte le ragazze della squadra, e so che stanno andando meglio dopo un inizio un po’ difficile. Però penso sia normale, ci sono molte facce nuove rispetto all’anno scorso, oltre al gruppo storico e ad alcuni ritorni importanti. Ultimamente alle partite viene aggregata anche qualche ragazza dal gruppo Juniores, segno che il lavoro del settore giovanile comincia pian piano a dare i suoi frutti.
Vedendo la classifica e vedendo il gioco in allenamento, viene proprio da dire che è un peccato che proprio quest’anno abbiano tolto i playoff, dato che staremmo riagganciando quella zona…
Qual è la calciatrice italiana più forte in questo momento?
Domanda molto difficile perché ci sono moltissimi prospetti interessanti: in generale credo e noto che la nuova generazione che si sta formando adesso (cioè coloro che sono già dentro o che si preparano a formare la Nazionale dei prossimi anni), mostri già diversi segni di una crescita tecnica importante.
Personalmente ho un debole per le doti di gioco di Giugliano, giovane regista della Roma e della Nazionale, ma credo che Cristiana Girelli sia ancora la calciatrice italiana più determinante. Comunque si può apprezzare molto anche la crescita di altre giovani, come Bonfantini della Juventus, oppure Serturini o Soffia sempre nella Roma.
L’Italia può vincere l’Europeo questa estate in Inghilterra?
Dall’ultimo risultato della Nazionale maschile si può imparare ad aspettarsi di tutto dalle nostre Nazionali! Sulla carta sicuramente non siamo favorite, ma gli ultimi Mondiali hanno dimostrato la forza del gruppo allenato da Bertolini sin dalle prime partite. Potremmo toglierci anche delle belle soddisfazioni…
A ogni modo, posta la crescita importante di cui parlavo prima, penso che il nostro movimento femminile nazionale sia ancora abbastanza indietro rispetto a quello di altri Paesi. Tuttavia, la Federazione da qualche anno ha intrapreso un bel percorso di crescita, l’anno prossimo arriverà finalmente il professionismo, speriamo che comincino a dare la dovuta attenzione anche a questa parte del calcio e dello sport italiano.
Qual è il tuo sogno nel cassetto che vorresti realizzare?
Non mi sbilancio troppo, al momento non ho sogni particolari e mi concentro sul portare a termine la stagione attuale con le mie ragazze e sull’inizio della prossima… sono curioso. Sicuramente, però, punto a rimanere nel calcio femminile anche nel futuro, che sia da allenatore o in altri ruoli. Per ora posso spingermi solo ad augurarmi di vedere il prima possibile una bella svolta nel centro sportivo di Minerva, obiettivo societario fondamentale che ci farebbe crescere moltissimo. Sono orgoglioso di poter continuare a osservare da vicino la crescita di questa realtà, comunque non si sa mai cosa riserva il futuro!
Grazie mille e buona fortuna per la tua squadra e i tuoi sogni!
NICOLA PETTINAROLI*
Da quattro anni alleno nel settore giovanile di Minerva Milano, società di calcio puramente femminile. Dalla scorsa stagione (quella bloccata dal Covid) sono allenatore della categoria Giovanissime Under 15 in FIGC. È in assoluto la mia prima esperienza su una panchina, ma prima di allenare ho avuto altre esperienze da educatore e anche per questo condivido molto la linea di questa stupenda società dove crediamo che la crescita delle ragazze non debba vedersi solo sul piano tecnico-tattico, ma anche e soprattutto sul piano umano, quello del benessere personale e relazionale. Sono consapevole di essere ancora alle prime armi e per questo faccio cerco di studiare molto e d’informarmi il più possibile in modo da aggiungere o rivedere sempre qualcosa delle mie idee e conoscenze.