È stata inaugurata il 23 luglio scorso, presso la splendida cornice del Museo del Novecento a Milano, la mostra “Mario Sironi. Sintesi e grandiosità” dedicata al grande maestro Mario Sironi (Sassari 1885-Milano 1961).
Sironi, figura centrale delle avanguardie, artista intenso e controverso, a lungo mal visto a causa della sua adesione al Fascismo, è stato riabilitato solo successivamente, contribuendo in modo geniale alle rivoluzioni artistiche del secolo scorso. È stato il maggior pittore di architetture del Novecento, insieme a De Chirico, divenendo uno dei protagonisti indiscussi delle pagine più significative della storia dell’arte.
Il Museo del Novecento gli dedica questa esposizione a sessant’anni dalla morte, con lo scopo di offrire ai visitatori una lettura inedita delle opere e della biografia di questo artista visionario, dotato di una creatività unica, che con Milano ha avuto un legame molto particolare, scegliendo la città lombarda come sua patria d’elezione.
La retrospettiva, che proseguirà fino al 27 marzo 2022, è promossa da Comune di Milano|Cultura, Museo del Novecento e Ilisso Edizioni, e annovera la curatela di Elena Pontiggia e Anna Maria Montaldo, direttrice del Museo del Novecento con la collaborazione di Andrea Sironi Strausswald (Associazione Mario Sironi, Milano) e di Romana Sironi (Archivio Mario Sironi di Romana Sironi, Roma).
Ecco quello che ci racconta la nostra Francesca in questo articolo che è andata in visita alla mostra per #alpassocoitempi
di Francesca Ratti
La retrospettiva dedicata a Sironi al Museo del Novecento di Milano offre al visitatore la possibilità di ammirare oltre cento opere, che ricostruiscono l’intero percorso artistico dell’autore: dalla giovanile stagione simbolista all’adesione al Futurismo, dalla sua personale interpretazione della metafisica nel 1919, al momento classico del Novecento Italiano, dalla crisi espressionista del 1929-30 alla pittura monumentale degli anni Trenta, per giungere al secondo Dopoguerra e all’Apocalisse dipinto poco prima della morte.
La mostra si dipana anche nelle altre sale del Museo dedicate a Sironi e in quelle di Casa Museo Boschi di Stefano, avvalendosi dei prestiti dei maggiori musei italiani tra cui la Pinacoteca di Brera, Ca’ Pesaro, la Fondazione Guggenheim di Venezia, il MART di Trento e Rovereto e da numerose collezioni private, che permettono di riunire in un unico contesto i lavori maggiormente pregnanti del Maestro.
Sono presenti in mostra, infatti, alcuni capolavori che non era possibile ammirare da quasi mezzo secolo, quali Pandora del 1921-1922, Paese nella valle, del 1928, Case e alberi risalente al 1929 e L’abbeverata del 1929-30, insieme ad altri completamente inediti.
Ampiamente rappresentato in mostra è il ciclo dei paesaggi urbani, il tema più famoso di Sironi, che diviene più intenso dopo il suo arrivo a Milano nel 1919, esprimendo sia la drammaticità della città moderna sia una forte volontà di costruire, nel più ampio dei significati.
Tra questi troviamo: Sintesi di paesaggio urbano del 1921, La cattedrale (1921), Paesaggio urbano col tram (1925-28) appartenente alla collezione del Museo del Novecento ed esposto alla Biennale di Venezia del 1928, La periferia del 1943.
Sironi, inoltre, è stato un grande interprete della figura umana, come si può constatare in un cospicuo gruppo di opere presenti, quali il Nudo del 1923, prediletto da Margherita Sarfatti, Donna con vado del 1924, il Pescatore del ’25, La fata della montagna (1928), la Niobide ‘31e il dolente Lazzaro del 1946, in cui stravolge l’iconografia classica del soggetto dipingendo un Lazzaro che non risorge, a voler simboleggiare il crollo di tutte le sue idee, prima fra tutte quella fascista.
All’interno della retrospettiva, ampio spazio è dedicato al forte legame del Maestro con la pittura murale negli anni Trenta, della quale fu teorico e interprete. Il pubblico può così apprezzare capolavori monumentali come la magnifica Vittoria Alata, il gigantesco studio per l’Aula Magna della Sapienza di Roma, il visionario Condottiero a cavallo, entrambi del 1935, e il dirompente studio preparatorio, dalla lunghezza di quasi sei metri, della Giustizia Corporativa del 1937-38.
Il viaggio nell’opera di Sironi si conclude nelle ultime sale che testimoniano i drammatici anni finali della vita dell’artista, tormentato anche dalla morte della figlia Rossana, suicidatasi appena diciottenne, nel 1948.
Un catalogo prestigioso accompagna l’esposizione, realizzato dalla Casa Editrice Ilisso. Il volume raccoglie i saggi di Anna Maria Montaldo, di Elena Pontiggia, studiosa dell’artista e autrice della sua prima biografia (Sironi, la grandezza dell’arte, le tragedie della storia, 2015) che cura anche le schede analitiche di tutte le opere, gli approfondimenti di Fabio Benzi sul futurismo sironiano, e di Maria Fratelli, direttrice della Casa Museo Boschi di Stefano, che ne esplora il rapporto con i collezionisti Antonio e Marieda Boschi, attraverso lettere inedite.
Info
www.museodelnovecento.org
tel. 0288444061
Email: c.museo@comune.milano.it
Orari
martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-19.30
giovedì 10-22.30
Biglietti
Intero € 10
Ridotto € 8
1 thought on “MARIO SIRONI – SINTESI E GRANDIOSITÀ”
Alessandro Veronesi
(14 Settembre 2021 - 02:00)Molto interessante! Complimenti