CONCORSO DI SCRITTURA – “CARNE DELLA LORO CARNE” DI SILVIA LENZINI

Iniziamo a pubblicare oggi il primo dei cinque racconti premiati del concorso di scrittura ispirato dalla foto che vedete qui sotto. Proseguiremo nei prossimi giorni.

Silvia Lenzini è premiata con la pubblicazione del suo racconto perché:

In poche righe tocchi con un’apparente semplicità, e senza renderli immediatamente espliciti, temi complessi e attualissimi. Sostenere un dialogo, e non uno qualunque, ma una conversazione al telefono e lasciando solo intuire senza dire che cosa dice l’altro, dimostra un’assoluta maestria e un’abilità nel narrare davvero rara.

Una storia a più strati, profonda come le parole che usi riguardo al mare che raccoglie “immensità di dolore e che è diventato banchetto per i pesci. Cancellazione e oblio”. Qui c’è tutta la disperazione per i profughi annegati, per i corpi non restituiti, per le atrocità che il mare nasconde quando invece per te “il mare era placenta di madre”. Che dire: bravissima! Potrebbe essere l’incipit di un romanzo sul dramma dei migranti; sul troppo cibo per qualcuno e niente per altri; su noi e quello che siamo diventati; sul non volersi mescolare ai responsabili di questi crimini contro l’umanità. Qui c’è tutto e noi siamo onorate di ospitarti in questa pagina.

Grazie a Silvia Lenzini!

Seguitela su Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=1488350830

Carne della loro carne

Ciao, come va? No, non ho ancora detto nulla ai miei. Mi serve il momento giusto, sai come sono fatti, è difficile.

Vedessi che cielo, qui.

Anche il mare, sì, bellissimo. Solo che stasera è una tavola, e mi è venuta paura: e se in trasparenza li vedo? Se vedo i pesci che si affollano intorno a un corpo?

No, davvero, ascoltami.

Se li vedessi svuotare le orbite di un bambino, o avventarsi sulle piccole dita? Se dovessi vedere le loro code svettargli nel ventre, a cercare il suo cuore minuscolo?

Ma come cosa dico.

Per me il mare era placenta di madre, Paolo. E ora se lo guardo penso solo all’immensità di dolore che ha raccolto e che è diventato banchetto per i pesci. Cancellazione e oblio.

Sì, sto bene. Non ti preoccupare.

Però senti, te lo devo dire: da oggi non li mangerò mai più i pesci.

Cos’è che non capisci.

Lo so bene che li rispetti, che la tua è una lotta pari, anche onesta.

Certo.

E allora c’è che il problema non è questo: il fatto che con abilità, con un solo misero verme, tu riesca a ingannare un pesce mi sta bene. Ma quel pesce è già orrendamente sazio, lo capisci?

Siamo quello che mangiamo, è vero o no?

Davvero Paolo, amore mio, perdonami: non ne mangerò più. Le mie labbra non si accosteranno mai più a un boccone che sia carne della loro carne.

Va bene, ne riparliamo con calma, non ti agitare. Ma sì che ti amo ancora. Ma certo che ti bacerò.

Aspetta, ti mando la foto. Guarda lì che bellezza, un controluce formidabile. Il cielo sembra un planisfero. Invio.

Sivia Lenzini

Pisana per nascita, biologa per caso, ha un marito, due figlie, due cani e un gatto.

Cucina, legge e scrive, in ordine sparso. Dall’amore per il cibo e per i libri sono nate tre raccolte pubblicate da ETS edizioni.

Scrive racconti che a volte trovano accoglienza sulle riviste letterarie, altre ottengono riconoscimenti o premi presso concorsi letterari.

È incoerente ed emotiva, proprio come quello che scrive. Peraltro, ritiene che non abbia senso una scrittura che non sia specchio del disagio diffuso.

È redattrice della eRivista Enne2.

Post Author: Valeria Cudini

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