Oggi, ironia della sorte, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, ci ha lasciato uno dei più grandi attori di teatro: l’immenso attore romano Gigi Proietti. Un mattatore a 360 gradi: comico, cabarettista, doppiatore, conduttore televisivo, regista, ma anche cantante e direttore artistico. Saremo tutti un po’ più tristi e un po’ più soli
di Francesca Ratti
“Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi nun sa ride mi insospettisce” diceva Gigi Proietti.
Lui sapeva ridere e farci ridere, con quella grazia che ha sempre contraddistinto la sua sottile ironia, che solo gli artisti e gli uomini veramente grandi possiedono.
Se ne è andato oggi 2 novembre, nel giorno del suo ottantesimo compleanno Gigi Proietti, a causa di gravi problemi cardiaci, dopo esser stato ricoverato in terapia intensiva in una clinica romana, con un colpo di scena che solo un istrione come lui poteva orchestrare.
Più di mezzo secolo in scena del trasformista Proietti
Proietti è stato talento puro, autoironia e cinismo romano che si mescolavano nella battuta fulminante, che hanno contribuito a rendere immensa la sua carriera in più di mezzo secolo in scena e sul set.
Grazie al suo innato trasformismo, ha avuto la genialità di iniziare dalla musica, facendo il verso a Louis Armstrong, agli chansonnier con la divertentissima Num me rompe er ca’, passando per le celeberrime macchiette di Petrolini, per arrivare a Shakespeare, sempre con la medesima capacità di coinvolgere e ammaliare il pubblico.
Dai primi successi con Calenda ai musical per approdare ai grandi successi teatrali: Caro Petrolini, Cyrano, I sette re di Roma
I primi successi di Proietti arrivarono in una cantina nel quartiere Prati dove recitò Brecht e poi, grazie ad Antonio Calenda, direttore del Teatro Stabile dell’Aquila, si prodigò nei testi di Moravia e Gomborowicz.
Nel 1970 sostituì Domenico Modugno, accanto a Renato Rascel nel musical di Garinei e Giovanni, Alleluja brava gente ottenendo così la sua grande occasione, e da quel momento verrà consacrato come autore e interprete di grandi successi teatrali quali Caro Petrolini, Cyrano, I sette re di Roma.
Nel 1974 recitò accanto a Carmelo Bene, nel dramma di Sem Benelli La cena delle beffe.
Il trionfo di A me gli occhi, please, il film Febbre da cavallo e le serie tv
Nel 1976 iniziò a scrivere e dirigere, insieme allo scrittore Roberto Lerici con cui stringerà un forte sodalizio, i suoi più bei spettacoli, come A me gli occhi, please che sarà un tale trionfo da convincerlo a riportarlo in scena nel 1993, nel 1996 e nel 2000.
Nel frattempo Proietti continuò a girare film, tra cui l’indimenticabile Febbre da cavallo e serie TV ( Un figlio a metà, Italian Restaurant).
Nel 1996, è stato protagonista, nel ruolo di un carabiniere che tutti gli italiani avrebbero voluto conoscere, de Il maresciallo Rocca, la serie TV record d’ascolto.
Un grande successo anche nel varietà e come doppiatore
Donò il suo carismatico talento anche al varietà ( Fatti e Fattacci, Fantastico), e al doppiaggio, prestando la voce a Gatto Silvestro, e a numerose star hollywoodiane, quali Richard Burton, Richard Harris, Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman e Sylvester Stallone nel primo Rocky.
Sopra a tutti l’amore per il teatro: incoraggia generazioni di attori nella sua scuola
Gigi Proietti, però, è sempre rimasto fedele al suo grande amore per il teatro, che era la sua vita, facendo rivivere il Globe Theatre di Shakespeare, incoraggiando nuove generazioni di attori come già faceva nella sua celebre scuola di teatro (Flavio Insinna e Giorgio Tirabassi tra i suoi allievi).
Una delle sue ultime apparizioni è stata la partecipazione alla nuova stagione di Ulisse il programma divulgativo di Alberto Angela.
Per quanto mi riguarda oggi è morto il “Teatro” perché nessuno come Gigi Proietti ha saputo incarnare appieno la magia di questa arte meravigliosa. Da oggi siamo tutti un po’ più tristi e un po’ più soli.