Esce oggi 10 settembre La casa sul lago il primo romanzo dell’autore della raccolta Il paradiso degli animali (NNE 2015) con il quale ha vinto il Florida Book Award 2014 e il glca New Writers Award, ed è stato finalista al LosAngeles Times Book Prize e al PEN/Robert W. Bingham Prize
di Valeria Cudini
Confesso il mio peccato quasi mortale: non ho letto Il paradiso degli animali ma so già che rimedierò al più presto perché la lettura del primo romanzo di Poissant La casa sul lago in uscita oggi per NN Editore è stata per me una sorta di epifania.
Quella di Poissant è una scrittura musicale e poetica
Poissant è un autore che ho amato sin dalle prime righe perché ha una scrittura che equivale per me a una partitura musicale che risuona nelle orecchie come una poesia. Ha un tocco delicato, sceglie le parole con una sensibilità e una cura rare. Leggerlo è bellissimo.
Una famiglia si ritrova per l’ultimo weekend nell’amata casa sul lago
La casa sul lago racconta la storia di una famiglia americana, gli Starling, che vivono in luoghi diversi del Paese ma che ogni estate si ritrovano nell’amatissima casa sul lago in North Carolina. Questa volta, però, Lisa e Richard (i genitori), Michael e Thad (i due figli), Diane (moglie di Michael) e Jake (fidanzato di Thad) in quella casa passeranno insieme l’ultimo weekend. Lisa e Richard dopo una lunga carriera alla Cornell University sono prossimi alla pensione e per riorganizzare il loro futuro hanno deciso di vendere la casa sul lago. Una decisione che spiazza tutti ma che passa subito in secondo piano perché offuscata da fatti molto più gravi.
L’annegamento di un bambino fa da propulsore alla storia
Il lago si fa, infatti, tragico teatro della caduta in acqua di un bambino. Michael, dalla barca su cui si trova, assiste alla scena: pochi secondi e si tuffa in un disperato tentativo di recuperare il bambino. Non ce la fa, il bimbo va giù, Michael riesce ad afferrarlo per una mano ma non a trattenerlo. Il piccolo annega, il corpo non si trova, gli Starling sono diventati i testimoni dell’angoscia e del dolore di un’altra famiglia.
Il drammatico evento è la scintilla necessaria a mettere in moto la storia. Ogni personaggio è come se si sentisse in dovere di rivelare all’altro – o agli altri – la parte più nascosta e oscura di sé. Nessuno si sottrae a quella che diventa quasi una necessità di svelarsi nella parte più intima, all’inizio possono esserci delle resistenze ma a poco a poco si sciolgono.
Una narrazione cinematografica che mette a nudo ogni personaggio
Quello che ne emerge è uno scavo profondo di ciascun personaggio a cui l’autore concede il medesimo spazio narrativo e lo fa adoperando una prosa efficace e una costruzione ben precisa dell’architettura della storia. È come se utilizzasse una macchina da presa che prima guarda dall’alto la scena e poi pian piano stringe l’inquadratura e si concentra su un singolo attore e lo fa parlare. A quel punto il ritmo della narrazione si fa più serrato, con frasi brevi e incisive. L’uso dell’anafora a ripetere il nome del personaggio su cui è puntato l’obiettivo porta l’attenzione del lettore su tutti i particolari e le sfumature che caratterizzano una volta Michael, l’altra Thad e così via.
Lo stile narrativo è potente e sempre originale
Il narratore onnisciente cattura tutte le emozioni e ce le svela nella loro essenzialità attraverso immagini potenti, metafore, personificazioni e similitudini mai banali.
Per esempio: “Quando lancia, Michael fa schioccare la canna come un ramo di salice, e il peso veleggia sopra la baia prima di schiaffeggiare l’acqua e affondare. Stasera la luna è così luminosa che si vede il punto in cui cade, gli anelli si moltiplicano e poi si allargano verso il molo”. E ancora: “Le stelle brillano. La brezza è dita che gli accarezzano le braccia”, “le stelle vorticano. La luna si scioglie”, “Un’epifania si posa su Diane come un fiocco di neve”.
Una similitudine insolita ed efficace: “Oltre la chiesa, le pietre affiorano dall’erba come denti che spuntano storti nella bocca di un bambino”.
Una “famiglia” nel senso etimologico del termine
Il romanzo, come ci dice la traduttrice Gioia Guerzoni, è sì la storia di una famiglia ma nel senso etimologico del termine: faama= casa, da cui il latino famīlia, cioè l’insieme dei famŭli (moglie, figli, servi e schiavi del patetico familias, il capo della gens). La Guerzoni ci dice che la famiglia della “Casa sul lago” è quella nel suo significato originario, ovvero una “piccola comunità di persone che abitano nella stessa casa”.
Si toccano i grandi temi dell’esistenza umana senza paternalismi
In realtà, pur con tutte le sue storture e contraddizioni, i componenti di questa famiglia così caotica e per un lungo tratto di vita sicuramente definibile come fallimentare, sono tutti legati nel profondo.
Ed è da questa famiglia che partono tutti i grandi temi dell’esistenza umana che Poissant tocca e approfondisce attraverso la voce dei suoi personaggi e lo fa senza mai scadere nel banale o nel paternalistico.
Gli opposti si toccano o convivono, la redenzione è possibile
La casa sul lago è un romanzo che parla di amore ma anche di odio – perché questi due sentimenti possono anche convivere -, di dolore ma anche di espiazione dello stesso, di senso di colpa e di capacità di saper perdonare. È un romanzo sulla perdita ma anche sul ritrovarsi, sulla purezza e l’innocenza dei bambini che sono vittime ma rappresentano anche la rinascita. L’innocenza dei bimbi è sporcata e contrapposta alla vita degli adulti che sono esseri fragili e quindi facilmente corruttibili. Si lasciano tentare, tradiscono, si abbandonano alle droghe, all’alcol, al risentimento, alla paura, al vittimismo, all’immobilità.
La grandezza di questa storia è che a tutti viene data l’opportunità di redimersi, di confessare i propri errori, di provare a rimettersi in discussione, di superare le paure e affrontare la vita a viso aperto.
Cambiare direzione è possibile. Si accende la speranza
Il romanzo di Poissant è una storia dove nella catarsi del dolore e delle brutture che vengono confessate ho letto anche tanta speranza e autenticità. Secondo me le parole di De André di “Via del campo” riassumono l’essenza di questo piccolo grande gioiello: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.
La casa sul lago è una lettura imprescindibile. Maneggiate con cura perciò.